Archivio mensile:ottobre 2021

Halloween kills: come dissacrare la figura di Michael Myers

Michael torna alla carica in questo nuovo, sfuocato capitolo dove la parola d’ordine è noia.

Nel 2018 David Gordon Green rilancia il mito di Michael Myers con un reboot/sequel in grado di conquistare la critica. Il successo fu enorme, dato soprattutto dal ritorno di Jamie Lee Curtis nel personaggio dell’iconica Laurie Strode, acerrima rivale del killer. Fece cosi tanto clamore che ad un certo punto, quel “piccolo” reboot si trasformo in una nuova trilogia. Halloween kills è appunto il secondo capitolo di quest’ultima che vorrebbe elevare Michael ad un’altra dimensione ma riesce solo a rovinare un’icona immortale creata dalla mente geniale di John Carpenter.

Il film riparte dal finale del precedente. Laurie Strode, dopo aver dato fuoco a casa sua per uccidere Michael Myers, viene portata di corsa all’ospedale con ferite mortali, convinta di aver finalmente ucciso il suo tormentatore di una vita, insieme a sua figlia Karen e alla nipote Allyson.

Purtroppo, però, Michael riesce a liberarsi dalla trappola e ricomincia a uccidere, seminando morte mentre Laurie lotta tra la vita e la morte. Mentre la donna cerca di guarire, gli abitanti di Haddonfield si ribellano contro l’inarrestabile mostro. Così un gruppo di sopravvissuti al primo massacro di Michael decidono di prendere in mano la situazione, formando una folla di “vigilanti” per cacciare Michael una volta per tutte.

Presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il film profana il mito creato da John Carpenter, limitandosi ad allungare un brodo che hanno cucinato come ricca trilogia. Se nel capolavoro originale non si vedeva praticamente mai del sangue, perché la paura emergeva dall’ombra, David Gordon Green si diverte a seminare morti ammazzati, con Michael semplicemente chiamato a fare una strage.

Cadavere dopo cadavere, la sceneggiatura si limita ad immaginare omicidi differenti ed efferati, mentre attorno al mostro l’insensatezza regna sovrana.

Non c’è più la ferocia che ha caratterizzato il personaggio per anni, ormai è diventato un killer pianificatore, sembra che alcuni omicidi siano preparati con una lucidità che non ha mai fatto parte di lui. Ad un certo punto ci si domanda, ma siamo andati a vedere Halloween o un documentario su Ted Bundy?

Un sequel fuori controllo nella scrittura, a tratti involontariamente comico ed esageratamente slasher.  La famigerata “essenza del male” che Myers rappresenta perfettamente da oltre 40 anni assume in Kills i contorni di un frullatore di carne umana, che molto semplicemente fa a pezzi chiunque osi trovarsi sulla sua strada.

Un capitolo due stanco e privo di idee che compie il suo più grande errore nel lasciare in panchina una Jamie Lee Curtis, che di fatto è una figura secondaria all’interno di un titolo che trasforma Michael Myers in una sorta di uomo nero immortale.

Il film del 2018 è stata un’operazione estremamente intelligente e aveva sapientemente fatto rinascere il legame tra lo psicopatico e l’ex babysitter; qui inspiegabilmente la cabina di sceneggiatura spegne tutto ciò e confeziona solamente uno slasher dove a regnare è solo ed esclusivamente il sangue. Se non si fosse chiamato Halloween questo titolo sarebbe tranquillamente passato in sordina.

Si rimpiange a grande voce la versione iper-violenta e più umana di Rob Zombie.

FABIO BUCCOLINI