Archivio mensile:agosto 2020

I film dimenticati. El mariachi, la straordinaria opera prima di Robert Rodriguez

Con un budget di solo 7.000 dollari, Robert Rodriguez al suo esordio cinematografico sforna un’opera strabiliante che è diventato un vero e proprio cult degli anni novanta.
El mariachi
El Mariachi” è una gradevolissima sorpresa. Un po’ sgangherato, pericolosamente oscillante tra i toni del grottesco e quelli della tragedia, con scivolate addirittura nell’onirico, ha però dalla sua un gran bel ritmo, un uso quasi spregiudicato della macchina da presa e alcune battute fulminanti. ”
Il film fu il “caso produttivo” dell’anno.
La storia di questa pellicola nata come esperimento per il circuito dell’home video messicano e poi lanciato alla grande dalla Columbia è di quelle che possono facilmente suscitare l’invidia.
Questa la trama: “El Mariachi desidera unicamente suonare la chitarra e portare così avanti la tradizione di famiglia. Sfortunatamente per lui, la città dove si trova alla ricerca di lavoro vede l’arrivo di un altro straniero, un killer che porta con sé delle pistole all’interno di una custodia per chitarra. Il signore della droga locale e i suoi scagnozzi scambiano El Marriachi per l’assassino e iniziano a dargli una caccia serrata. Il protagonista si innamora inoltre della donna del boss, complicando ulteriormente la sua situazione”.
Il primo lungometraggio del ventiquattrenne Robert Rodriguez, nato a Sant’Antonio nel Texas, è costato solo 7000 dollari, è stato girato in meno di 15 giorni, con attori non professionisti, le armi messe a disposizione dalla polizia locale e i soldi guadagnati dal regista facendo da cavia in una clinica per ricerche farmacologiche.
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Merita di essere visto, perché “El Mariachi” è un indiretto “documentario” sulla realizzazione di una pellicola con pochissimo budget. Grezzissimo esordio cinematografico per lo specialista Rodriguez. I mezzi sono quelli che sono, il budget è ultralimitato e gli attori sono tutto fuorché veri attori, ma nonostante questo l’impronta del regista texano si nota immediatamente e l’originalità della sceneggiatura è indubbia. Ovviamente non mancano le classiche 4-5 scene d’azione ben sopra le righe, che diventeranno ben presto il marchio di fabbrica di Rodriguez già dal successivo “Desperado”.
Spettacolare e suggestivo affresco di un Messico polveroso e violento, annegato nel Pulp puro e febbricitante. E’ doveroso quando si parla di questo film, sottolineare abbondantemente il fatto che sia stato girato con un budget veramente basso ma ci fa capire chiaramente quanto sia alto il livello qualitativo della pellicola considerata l’emblema di un genere cinematografico spurio e particolarissimo: il burrito-western.
Ricco di sparatorie e inseguimenti, velato di una romantica malinconia, è un’opera unica che rimane un unicuum di spettacolare e poetica bellezza.

“CON LA CHITARRA IN MANO E UNA TAGLIA SULLA SUA TESTA, NON CERCAVA GUAI…MA I GUAI VENNERO A CERCARLO”

FABIO BUCCOLINI