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“The gentlemen”. Il ritorno alle origini di Guy Ritchie

Dopo aver svincolato la sua vera vena artistica con prodotti meramente commerciali come il rifacimento live action di “Aladdin”, Ritchie torna alle sue origini e confeziona un prodotto in vero stile “Rocknrolla”.

C’è Londra, ci sono i gangster, gli intrecci criminali, le lotte per il potere e quelle per il denaro. C’è la violenza, c’è l’ironia, ci sono i dialoghi, c’è sempre qualcosa o qualcuno che sembra o dice una cosa e che in realtà è o ne sta dicendo un’altra. C’è tutto quello che ha creato il fenomeno Guy Ritchie. C’è il ritorno del regista allo stile di quei film che ne hanno decretato successo e popolarità, “Lock & Stock” e “Snatch”, prima di tentare con alterne fortune anche altre strade, dai film fatti per amore (“Travolti dal destino”) a quelli fatti per danaro (“Aladdin”).

Questa la sinossi: Mickey Pearson ha il monopolio del mercato della droga londinese. La sua intenzione di lasciare il giro e vendere ogni cosa provoca una serie di eventi e situazioni decisamente imprevedibili.

Il ritorno alla regia di Guy Ritchie è nel segno delle proprie origini filmiche e il riuscitissimo “The Gentlemen” ne è certamente prova. Il regista britannico scrive e dirige questo “gangster movie” del 2020 dove niente è fuori posto. Con una narrazione che ha qualcosa da spartire con il concetto di metacinema, intanto, assistiamo ad una trama non originale ma accattivante ed estremamente scorrevole. La sinossi riserva comunque le sue sorprese, specialmente nella parte finale, e non si risparmia in situazioni dove convivono stile, humour nero e sequenze d’azione brevi ma intense. A fare gran parte del lavoro, tuttavia, ci pensa tutto il grande cast riunito per l’operazione. Ogni componente, in misura maggiore o minore, si rivela perfetto per il suo ruolo e contribuisce a creare l’atmosfera adatta al tipo di film in questione. Corredano il tutto una bella colonna sonora e un comparto tecnico di tutto rispetto. In definitiva “The Gentlemen” è cinema di Guy Ritchie allo stato puro, una pellicola imperdibile ampiamente promossa, specialmente se apprezzate il genere.

Insomma, il mash-up di Guy Ritchie colpisce nel segno grazie a quello che da sempre lo ha reso uno dei cineasti di maggior interesse. Dialoghi serrati e diversi piani di narrazione che si mescolano a un montaggio frenetico ma mai isterico. “The Gentlemen” è il risultato di un lavoro sottile che, per primo, diverte chi lo fa e porta questo divertimento agli occhi di tutti. Un esercizio di stile che non ha nulla di nuovo, ma che ci riporta finalmente a terreni conosciuti che non smetteremo mai di apprezzare.

Se ne apprezzano la precisione nella costruzione, alcune idee originali in sceneggiatura e le buone interpretazioni. Una delle idee più originali è nel finale, che suggerisce una domanda: ci sarà un sequel? Indubbiamente i personaggi sono tanti e sono diversi quelli che potrebbero trovare uno sviluppo in capitoli successivi, tanto che, notizia di un paio di mesi fa, la Miramax sta già lavorando per trarne una serie televisiva, sempre diretta e scritta da Guy Ritchie. Intanto, “The Gentlemen” resta un gangster movie ben orchestrato, adatto a chi ama lo humour inglese, l’azione e il cinema nella sua artigianalità. Bentornato Ritchie.

FABIO BUCCOLINI