Machete torna ad uccidere e diverte il pubblico

Con “Machete kills” di Robert Rodríguez, nasce un nuovo genere: il Trash d’autore. Difficile trovare una definizione più contrastante, eppure il regista 45enne ci dimostra quanta tecnica ci voglia per creare un film “sporco”.

Machete kills

 

“Machete Kills” è il secondo capitolo di una trilogia in piena escalation degenerativa.

Il protagonista  Cortez -o Machete, appunto-  dopo aver vendicato la morte della moglie e della figlia nel primo film e dopo essersi affiancato ad un’agente dell’immigrazione per “il rispetto della giustizia che non sempre si associa alla legge”, si vede alle prese con niente meno che il presidente degli Stati Uniti; In una classica lotta contro il tempo per disinnescare una bomba piuttosto “particolare”, senza esclusione di colpi.

L’intera saga sembra composta da un doppio climax, uno ascendente e uno discendente, che ci dimostrano quanto Rodríguez abbia maturato e saggiato le potenzialità della trama.  Rispetto al primo capitolo diminuisce lo splatter, il sangue diventa meno eccessivo. Meno sangue dunque, ma una maggiore attenzione narrativa.

La trama appare più matura, e per matura non si intende certo “seria”, ma semplicemente più ampia.

In “Machete” si trattava di contrastare un governatore americano e un malavitoso locale. Nazionalismo Texano vs Nazionalismo Messicano. Spazi ridotti. Obiettivo ridotto.

In “Machete Kills” il pericolo che sembra minacciare il solo presidente degli Stati Uniti, si rivela infine un problema di portata mondiale.

Ma non è tutto. I titoli di testa e i titoli di coda sono entrambi preceduti da un trailer che ci anticipa le tematiche del terzo capitolo della saga “Machete Kills Again… in Space”. E Il pianeta Terra diventa soltanto un ricordo lontano, le citazioni di Star Wars (o forse “Balle spaziali”?) si moltiplicano ancora e ancora e il trash, si suppone, raggiungerà un picco (o un fondo?) davvero indescrivibile.

“Machete Kills” diverte perché è assolutamente indecente, eccessivo, demenziale.

Danny Trejo, attore feticcio di Rodríguez, che per anni ha ricoperto ruoli di secondo piano, riesce finalmente con Machete ad impossessarsi di un ruolo centrale. Eppure rimane volutamente un protagonista fuori contesto. Un eroe con una sensibilità emotiva così romantica da cozzare vistosamente con gli sbudellamenti e le decapitazioni che si susseguono come luci in un Luna Park. Un protagonista che biascica poche frasi e persino in terza persona, quasi fosse un novello Tarzan, uomo della giungla inspiegabilmente arrivato alla civiltà. Ad armi sempre più evolute e sofisticate, si contrappone sempre e comunque quel machete che, per quanto si componga di espedienti più o meno letali, rimane pur sempre un primitivo machete.

Il cast, ancora una volta stellare, continua a suggerire quanto il film non sia semplicemente un progetto superficiale, ma una trovata commerciale profondamente studiata.

Ad un Mel Gibson davvero fenomenale e che ci aspettiamo di trovare nel terzo film affiancato (pare) da Leonardo di Caprio, troviamo Charlie Sheen, Sofia Vergara, Amber Heard, Vanessa Hudgens, Jessica Alba, Antonio Banderas e Lady Gaga. Come per dire “ce n’è per tutti”.

C’è chi non ha apprezzato e ha erroneamente paragonato Rodríguez a Tarantino; ma non c’è nulla di più sbagliato. La funzione dello splatter, per quanto cercato ed enfatizzato da entrambi, è poi finalizzato a suscitare due impressioni diverse.

Rodríguez si getta volontariamente nel trash e nella surrealtà, linea che Tarantino non supera mai davvero del tutto. Ciò che accomuna questi due registi è sicuramente la passione per le citazioni e la narrazione sopra le righe; altrimenti, va da sé che ci troveremmo al cospetto di veri e propri horror.

La pellicola è andata davvero male in patria, dove non è riuscirà a raggiungere nemmeno i 10 milioni di dollari di incasso. I suoi costi del si aggirano sui 20 milioni di dollari, pertanto, salvo un grande exploit nell’home video, sarà più difficile arrivare ad un profitto che possa dare il via a “Machete Kills Again…in Space”.

In attesa di una plausibile e probabile (più che altro è una speranza) terza avventura spaziale, “Machete Kills”, ancor più del primo capitolo, si dimostra un film per tutti, che non è per tutti.

 

FABIO BUCCOLINI

Pubblicato il 11 febbraio 2014, in Cinema con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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